Disidratazione degli acini
Ultime complicazioni per i viticoltori. In alcuni vigneti, infatti, si registra un graduale avvizzimento degli acini, con conseguenti perdite sui conferimenti in cantina. Il fenomeno si era già verificato in annate di particolare stress idrico/termico (es. 2011 e 2023). In queste condizioni l’evoluzione vegetativa è storpia, per i limiti di assorbimento degli elementi fondamentali per l’integrità dei tessuti. Quando poi sopraggiungono, come in questa estate, giornate assolate e calde, lo stress della pianta si amplifica. Le foglie sono esauste (e si aggrava qualsiasi danno provocato da parassiti) e la vite tende ad “abbandonare” ciò che considera una zavorra, a cominciare dai grappoli. I peduncoli o addirittura la base del rachide si strozzano, imbruniscono, perdono di funzionalità. Anche le irrigazioni di soccorso, arrivati a questo punto non servono. Ciò che si osserva non è da confondersi col disseccamento del rachide (pur trattandosi di una fisiopatia, con origini in parte comuni) e nemmeno con attacchi fungini tardivi (peronospora, oidio o black rot). In alcuni casi l’acido abscissico sviluppatosi determina il distacco dell’intero grappolo, in altri gli acini disidratati oppongono maggiore resistenza e non cadono con l’azione meccanica dei battitori delle vendemmiatrici.
Modena, 12 settembre