FLAVESCENZA DORATA, SEGNALI PREOCCUPANTI
Fin dal germogliamento primaverile si era intuito che qualcosa non stesse funzionando nei nostri vigneti. Diciamo che, in generale, le condizioni tra aprile e maggio, con piogge battenti e calpestii, avevano determinato una ripresa faticosa, soprattutto laddove erano già presenti limiti vascolari nelle piante. Pertanto, abbiamo via via registrato il collassamento di diverse viti od osservato la comparsa di germogli atrofici, con una cromia alterata. Il primo quadro è riconducibile al complesso del mal dell’esca, mentre il secondo è relativo a sintomi precoci di flavescenza dorata (da non confondere con gli arrossamenti diffusi, legati ad asfissia). Per il mal dell’esca paghiamo lo scotto di stagioni e decorsi climatici (assieme a pratiche agronomiche) predisponenti, ma è per flavescenza dorata che giunge una particolare nota stonata. Infatti, si proveniva da un biennio in miglioramento, sia per la fitoplasmosi che per la contrazione dell’insetto vettore. Dal cauto ottimismo del fine 2024, passiamo ad una apertura di stagione meno brillante, con numerose piante già ammalate, ed una presenza di scafoideo impegnativa, con una nascita scalare e regolare, che sta investendo i nostri impianti. A ciò aggiungiamo una diffusione crescente di vigneti condotti “al risparmio” con limitata attenzione alla gestione della malattia, e di vigneti abbandonati. Su questi sono in corso accertamenti, prescrizioni di estirpo o avvio dei procedimenti sanzionatori.
Modena, 09 giugno 2025