Halyomorpha halys: la situazione è grave
Le segnalazioni relative alla presenza e alle potenzialità di Halyomorpha halys, pericolosa cimice di recente introduzione nel contesto italiano e nel territorio modenese, si ripetono ormai in modo continuo da oltre un anno.
I danni che si stanno palesando in campagna sono particolarmente gravi. La cimice ha un comportamento subdolo poiché, sebbene sia un insetto mobile che si sposta da un frutteto all’altro, da una siepe o un caseggiato verso la campagna, una volta giunta sulla frutta, se non interferita o disturbata, resta in quel contesto a far prolungati e intensi danni.
In questo momento siamo in presenza tanto degli adulti che dei diversi stadi giovanili, tutti in grado di pungere la frutta.
Ora che sono iniziate le raccolte su pero, le segnalazioni si moltiplicano. Le deformazioni sono ben evidenti e il collegamento alla presenza della cimice non può più sfuggire a nessuno, nemmeno ai più disattenti.
A seguito delle punture, con l’iniezione della saliva, il frutto risulta danneggiato e non più commerciabile.
Le alterazioni assumono caratteristiche diverse in relazione al momento di accrescimento e maturazione del frutto.
In questi giorni, presumibilmente complice gli eccessi di caldo, stiamo rilevando manifestazioni atipiche successive all’attacco di Halyomorpha, non evidenziate nella passata stagione.
Il principale problema, anche per estensione territoriale, resta quello delle pere.
Sono però state viste, nel corso del monitoraggio operati già dal mese di marzo, diverse presenze su ciliegio, pesco, albicocco e molte altre colture, in cui danni sono comunque di intensità molto variabile, passando dalla semplice presenza, fino a percentuali importanti di scarto.
Ad oggi la fascia dei comuni di Castelfranco Emilia, San Cesario s/P, Spilamberto, Modena, Nonantola, Ravarino, Bomporto, San Prospero, Bastiglia e Campogalliano sono le più interessate dalla problematica, con percentuali di attacco e di deformazioni importanti.
La problematica è comunque purtroppo in espansione. In tutte la altre zone la presenza della cimice è facile da riscontrare, pur con popolazioni più contenute e con una diffusione più modesta.
La difficoltà nel contenimento di insetti di nuova introduzione non è nuova.
Già dallo scorso anno si sta lavorando, mediante sperimentazione, per verificare l’attività delle molecole disponibili sul mercato.
Sulla base di quanto rinvenuto in bibliografia e da quanto si sta ottenendo dalle prove, occorrerà ragionare attentamente sulle possibili strade da percorrere per preservare il contesto frutticolo modenese, duramente messo alla frusta da questo fitofago.
Modena, 27 luglio 2015