Anno 2019, brutta partenza per la vite
Come in parte era stato previsto, il germogliamento della vite sta procedendo in maniera evidentemente difforme. Numerosi vigneti sono rimasti al palo, con una parte aerea ancora spoglia, all’opposto di impianti di altre zone, partiti in anticipo, come la restante campagna del 2019.
Le premesse erano preoccupanti da tempo, causa il grave deficit idrico che ha caratterizzato i mesi invernali. Si è assistito alla sostanziale mancanza della fase del pianto; i tessuti di tralci e cordoni hanno mantenuto un aspetto asciutto e non irrorato. La zona più colpita è quella dell’area di coltivazione del Lambrusco salamino e parte del sorbarese, con falde basse e terreni più freddi. La parte invece in cui i vigneti hanno ripreso l’attività vegetativa con meno problemi sono quelli a sud della via Emilia, più spostati verso la collina. Questo è un quadro macroscopico della provincia. Le singole differenze tra impianti adiacenti sono invece correlabili al tipo di vitigno, all’età dell’impianto, alla forma d’allevamento, al portinnesto, a “strisciate” di terreno diverso, all’epoca di potatura. Qualsiasi elemento che possa aver aiutato lo stato di idratazione della pianta è servito a limitare il fenomeno. Soprattutto i tagli cesori hanno determinato differenze. Hanno patito maggiormente le piante potate troppo presto (in qualche situazione le operazioni erano già terminate nel 2018) o quelle potate nelle giornate di gelo (numerosi giorni nel mese di gennaio, con estremi prossimi anche ai -10°C). Anche i vigneti potati troppo tardivamente, con le gemme distali già aperte, si sono sostanzialmente “fermati”.
In qualche caso, prima della ripresa vegetativa, si è azzardata una irrigazione di soccorso e la stessa ha aiutato il germogliamento.
Ad oggi pare evidente che i vigneti più in difficoltà, almeno sull’aspetto della produzione, hanno già subito un danno non più recuperabile. Servirà qualche settimana per definire meglio l’entità di questo primo disavanzo.
Modena, 3 maggio 201