La lotta obbligatoria contro la processionaria del pino
La lotta alla processionaria del pino è obbligatoria ai sensi del D.M. del 17 aprile 1998 e regolamentata dal Decreto Ministeriale 30 ottobre 2007 il quale stabilisce che l’attuazione di interventi di controllo dell’insetto sia obbligatoria solo se siano state emanate specifiche disposizioni di lotta da parte dell’autorità competente che risulta differente a seconda che l’insetto rappresenti un rischio in ambito urbano per la salute delle persone o degli animali caso in cui la competenza riguarda l’Autorità Sanitaria oppure nei popolamenti forestali per la salute delle piante caso in cui la competenza riguarda il Servizio Fitosanitario.
La processionaria
La Processionaria del pino (Traumatocampa pityocampa) è un lepidottero defogliatore che attacca in particolare i pini ma anche alcune specie di cedro.
L’insetto compie una generazione all’anno. Gli adulti sfarfallano tra fine giugno ed inizio agosto con picco di volo a luglio. Dopo l’accoppiamento, le femmine depongono da 70 fino a 300 uova in un manicotto intorno a due aghi. Fuoriuscite dalle uova, le larve si alimentano a spese degli aghi e costruiscono nidi sericei provvisori entro cui rifugiarsi e successivamente il nido definitivo entro cui svernare. Questi nidi, rilevabili con maggiore frequenza nelle parti alte e soleggiate della chioma delle piante infestate, sembrano grossi bozzoli cotonosi e al loro interno racchiudono centinaia di larve.
Nel caso in cui i nidi non vengano asportati nei mesi invernali, le larve a raggiungimento della maturità (mediamente tra fine febbraio e fine aprile) abbandonano il nido scendendo lungo i tronchi in fila indiana (processioni) vagando per alcuni giorni nell’ambiente alla ricerca di un luogo adatto nel terreno in cui incrisalidarsi. In questo modo possono entrare in contatto con persone o animali e creare rischi sanitari.
Cosa fare
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Tra novembre e febbraio, opzione migliore, controllare le chiome per verificare la presenza di nidi soprattutto le parti esposte al sole, in alto. Quindi asportare e distruggere i nidi adottando tutte le protezioni individuali per evitare i contatti con i peli urticanti delle larve.
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In primavera (fine febbraio/fine aprile) le larve abbandonano i nidi, si vedono le processioni ed è fondamentale evitare il contatto diretto con le larve, in questa fase si possono installare trappole ad imbuto riempite di terra o munite di colla per intercettare le larve nella loro discesa (1 trappola per pianta).
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Ad inizio estate si possono installare trappole a feromoni sessuali per la cattura massale dei maschi adulti (6/8 trappole per ettaro).
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A fine estate effettuare trattamenti alla chioma con insetticida microbiologico a base di Bacillus thuringensis.
Norme di comportamento
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Non sostare in prossimità delle piante o delle aree infestate;
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In inverno asportare i nidi solamente con mezzi e modalità idonei e dotati di adeguate protezioni, in quanto si potrebbe verificare la fuoriuscita accidentale delle larve eventualmente presenti all’interno;
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Evitare di raccogliere le larve anche se dotati di dispositivi di protezione (guanti) in quanto gli aculei, estremamente leggeri, potrebbero facilmente liberarsi nell’aria;
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Non avvicinarsi alle larve in processione e tenere sotto controllo bambini e animali domestici spesso incuriositi da questo comportamento gregario;
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Isolare l'area interessata dalle processioni in attesa che le larve vadano ad interrarsi o procedere alla loro distruzione meccanica tenendosi a debita distanza;
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Consultare il proprio medico nell’eventualità di contatto con gli occhi, inalazione o ingestione dei peli urticanti.
Per ulteriori chiarimenti rivolgersi al 349/8770178 (Giovanna Montepaone).
Modena, 01 febbraio 2019